Le Riserve rappresentano un prezioso punto di sosta per i migratori e consentono la sopravvivenza di popolazioni di uccelli, svernanti e/o stanziali, legati ai sistemi cerealicoli-zootecnici (Allodola, Tottavilla), alle comunità di prateria (Calandrella), di macchia (Magnanina) e di macchia-foresta (Beccamoschino, Regolo, Fiorrancino, numerosi Silvidi), alle falesie marine (Falco della Regina, Falco pellegrino, Berta maggiore, Berta minore, Uccello delle Tempeste, Colombo selvatico, Rondone pallido).
All’interno delle Riserve sono stati segnalati pochi mammiferi: il coniglio selvatico, il quercino, il ghiro ed alcuni pipistrelli. Grande interesse suscitano i grandi mammiferi acquatici quali la balenottera ed il delfino. Infine, uno dei mammiferi particolarmente simbolici dell’Isola di Alicudi è il mulo, da sempre usato dalla popolazione locale per il trasporto di provviste, bagagli, materiale edile.
Le popolazioni del rettile Podarcis raffonei presentano un particolare motivo di interesse legato al loro adattamento ad ambienti difficili che hanno dato vita a forme singolari, con differenze genetiche e morfologiche, generate dalla straordinaria plasticità fenotipica in relazione alle differenti condizioni ambientali. Nella Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani (2022) la Podarcis raffonei (Lucertola delle Eolie) risulta in pericolo critico (CR), un endemismo dell’arcipelago eoliano che sopravvive in popolazioni relitte, unicamente in località isolate tra loro dove non si è insediato il suo competitore, la Lucertola campestre. Oltre alla sottospecie nominale P. r. raffonei presente nell’Isola di Strombolicchio, sono state descritte le seguenti sottospecie: P. r. alverarioi (Mertens 1955a) di Scoglio Faraglione; P. r. antoninoi (Mertens 1955a) di Vulcano; P. r. cucchiarai (Di Palma 1980) della Canna (presso Isola di Filicudi) (M. Capula e P. Lo Cascio in Corti et al. 2010).
Biologia: Rapace di medio-piccole dimensioni, lungo una quarantina di cm per un’apertura alare che solo in rari casi supera il metro. Vera peculiarità di questa specie, dal punto di vista del comportamento, è la “caccia in volo” agli uccelli che, all’inizio dell’autunno, cominciano la migrazione per l’Africa. Altro carattere distintivo è la colorazione del piumaggio non uniforme nell’intera popolazione della specie: la maggior parte presenta piume rossastre con sfumature marroni e nere, in almeno un quarto della popolazione invece l’intero piumaggio è molto più scuro, tendente al nero.
Distribuzione: L’area italiana e in generale mediterranea appare come il limite settentrionale dell’areale di nidificazione di questo rapace. In Italia è presente principalmente in Sardegna, nelle isole sud-occidentali, altre aree importanti di presenza sono le Isole Eolie.
Conservazione e Tutela: Inclusa nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia (2021) quale specie VU (vulnerabile)
Biologia: Specie simbolo del Mar Mediterraneo, può raggiungere i 50 cm di lunghezza, per 600 grammi di peso. Presenta un piumaggio bruno sul dorso, che sfuma verso il bianco sul collo e ventre, la testa si presenta grigio chiara. Uccello marino pelagico, passa cioè la maggior parte del tempo in mare aperto, pur nidificando sulla terraferma. Nidifica in colonie in cavità scavate nel terreno, in anfratti o in grotte nel periodo compreso tra maggio e settembre. In attesa delle condizioni adatte per il rientro al nido, gli adulti si posano sull’acqua di fronte all’area di nidificazione e si lasciano galleggiare (il cosiddetto comportamento di rafting) fino al sopraggiungere del buio, ovvero al tramonto del sole e/o della luna. Dopo l’involo dei nuovi nati che avviene a metà ottobre, lasciano il Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra e trascorrono i mesi restanti a largo delle coste dell’Africa occidentale.
Distribuzione: Le Isole Eolie, ospitano complessivamente una popolazione stimata inferiore a 100 coppie nidificanti; non sono disponibili dati precisi sull’andamento di questa specie.
Conservazione e tutela: Inclusa nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia (2021) quale specie LC (minor preoccupazione)
Biologia: Lungo da 80 centimetri fino a raggiungere al massimo un metro, pesa poco più di 3 kg e mezzo, con un’apertura alare compresa tra 120 e 150 centimetri. Presenta un corpo lungo e affusolato di colore nero, con robusto becco a uncino. Per distinguere i più giovani della specie, basta osservare il colore del piumaggio che, prima del raggiungimento dell’età adulta, ha una tonalità marroncina. È una specie gregaria e nidifica a partire dal terzo-quinto anno di vita in colonie. I dormitori e i posatoi diurni si trovano presso zone umide scarsamente frequentate dall’uomo. Adattabile sia all’acqua dolce sia salata, Il Cormorano ha penne permeabili e trascorre molto tempo al sole ad asciugarsi. Le zampe, con grandi membrane, consentono una potente spinta sott’acqua, dove la specie può pescare fino a una profondità di 6 metri
Distribuzione: Nelle Isole Eolie sverna con regolarità in piccoli nuclei e/o individui isolati. Nidifica in zone umide di acqua dolce o salmastre; predilige le coste marine, anche in ambienti antropizzati (porti), durante lo svernamento.
Conservazione e Tutela: Inclusa nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia (2021) quale specie CR (pericolo critico)
Biologia: Si tratta dell’unico misticete (cetaceo con i fanoni) del Mediterraneo che detiene il record del secondo animale più grande mai esistito sulla Terra, subito dopo la balenottera azzurra (Balaenoptera musculus). Le femmine, più grandi rispetto ai maschi, possono raggiungere la dimensione fino a 24 m per 75 tonnellate di peso, i maschi fino a 21 m e 60 tonnellate. Elementi distintivi per riconoscere la balenottera comune: pelle grigia liscia, testa triangolare, pinna dorsale falcata, mandibola e colorazione bianca sul lato destro, soffio alto e stretto.
Distribuzione: In Italia la balentottera è stata avvista nel mar Ligure e nel Tirreno centro-settentrionale. In Sicilia è stata avvistata regolarmente nello Stretto di Messina, nelle Isole Pelagie ed al largo delle Isole Eolie
Conservazione e Tutela: Inclusa nella Lista Rossa degli IUCN dei vertebrati italiani (2022) quale specie EN (in pericolo). Specie sottoposta a diverse pressioni e sembra sia in condizioni di declino nella popolazione adulta.
Biologia: Il delfino comune ha la forma tipica affusolata e slanciata e pur essendo uno dei cetacei più piccoli ha una grande resistenza fisica, riuscendo a percorrere in due giorni più di 300 km e a viaggiare a una velocità di 45 km/h quando insegue una preda (normalmente la velocità è 8-11 km/h). Presenta una lunghezza di 2,0-2,5 m (i maschi sono leggermente più grandi delle femmine), peso 100-130 Kg. Presenta una pinna dorsale a forma triangolare; le pinne pettorali sono abbastanza sviluppate e della stessa colorazione del dorso come la pinna caudale che rimane disposta orizzontalmente, come nella maggior parte dei cetacei e diversamente da quanto avviene nei pesci.
Nella parte alta della testa è presente lo sfiatatoio che serve per espirare e che viene chiuso dal delfino quando è in immersione per evitare che entri acqua.
Distribuzione: Specie cosmopolita in mari temperati, sub-tropicali e tropicali. In Italia è presente nella Regione marina del Mediterraneo Occidentale. In Sicilia la specie viene avvistata principalmente nell’area delle Isole Eolie, dello Stretto di Messina, delle Isole Egadi e delle Isole Pelagie.
Conservazione e Tutela: Inclusa nella Lista Rossa degli IUCN dei vertebrati italiani (2022) quale specie EN (in pericolo). La popolazione della specie è sottoposta a diverse pressioni e minacce. In Mediterraneo negli ultimi decenni ha subito un forte declino (circa il 50% negli ultimi 30-45 anni)
Biologia: A Strombolicchio vivono individui di taglia maggiore rispetto alle altre popolazioni, che superano i 10 cm di lunghezza (coda esclusa), e che sono caratterizzati da un colore intensamente scuro; quelli di Scoglio Faraglione e Scoglio La Canna, invece, hanno una colorazione violacea. Pur essendo prevalentemente insettivora la lucertola delle Eolie si è adattata a sfruttare ogni possibile risorsa, includendo nella propria dieta sostanze vegetali e addirittura i resti delle carcasse di uccelli predati dai falchi. L’attività è più intensa tra aprile e ottobre, quando le femmine depongono 2-3 uova anche tre volte all’anno, ma può verificarsi anche in inverno, in presenza di giornate soleggiate e miti; nei mesi estivi, invece, si riduce sensibilmente durante le ore centrali del giorno, quando il calore delle rocce nude diviene eccessivo anche per animali che hanno bisogno di esporsi alla luce solare per regolare la propria temperatura corporea (Pietro Lo Cascio, 2013).
Distribuzione: Specie endemica esclusiva delle Isole Eolie. Considerando che le popolazioni ammontano complessivamente a meno di 2000 individui, è facile immaginare come anche il minimo disturbo o alterazione dell’habitat possa produrre conseguenze gravi e probabilmente irrimediabili per la loro sopravvivenza. Segnalata la presenza nell’Isola di Vulcano, di Strombolicchio, Scoglio Faraglione e sul faraglione La Canna.
Conservazione e Tutela: Inclusa nella Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani (2022) quale specie CR (in pericolo critico)
Biologia: La Tartaruga caretta, come tutti i rettili che hanno sangue freddo, predilige le acque temperate. Respira aria, essendo dotata di polmoni, con apnee di 4-5 minuti e permanenze in superficie che mediamente non durano più di 2 secondi. In acqua può raggiungere velocità superiori ai 35 km/h, nuotando agilmente con il caratteristico movimento sincrono degli arti anteriori. Alla nascita è lunga più o meno 5 centimetri, da adulta può arrivare a raggiungere 150 centimetri di lunghezza e 150 – 160 Kg di peso. Gli arti sono grandi e lungi, dotati di due potenti unghie che, con l’età, si riducono ad una sola. Il corpo è allungato e protetto da un carapace di colore rosso tendente al marrone, formato da 5 coppie di placche cornee con striature scure. Animale onnivoro: si nutre di molluschi, crostacei, gasteropodi, echinodermi, pesci e meduse. Il sesso delle tartarughe è determinato dalla temperatura del nido in cui sono covate le uova: le condizioni climatiche durante l’incubazione influenzano la proporzione di maschi e di femmine che compongono le popolazioni naturali. Presenta dimorfismo sessuale, le differenze morfologiche ed anatomiche riguardano la forma del piastrone (parte ventrale del corpo) e della coda: nei maschi, il piastrone è più concavo rispetto a quello delle femmine che è piatto; la coda dei maschi è grande e tozza, mentre quella delle femmine è sottile e corta. Può arrivare a vivere fino a 50 anni, raggiunge la maturità sessuale intorno ai 30 e l’attività riproduttiva dura circa 10 anni. Il nido contiene mediamente un centinaio di uova che vengono deposte tra maggio e agosto che si schiudono dopo un periodo di incubazione di 45-70 giorni.
Distribuzione:Secondo quanto riportato dalla IUCN, la Tartaruga caretta è distribuita nelle acque temperate e tropicali degli Oceani Atlantico, Pacifico e Indiano. In Italia l’area di nidificazione più importante è la parte ionica della Calabria meridionale, siti minori si trovano nelle isole Pelagie e in Sicilia meridionale, mentre nidificazioni sporadiche possono aver luogo in un’area più ampia e specialmente nell’Italia meridionale.
Conservazione e Tutela: Inclusa nella Lista Rossa IUCN dei vertebrati italiani (2022) quale specie EN (in pericolo)
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